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In fondo quella che riguarda gli ogm (organismi geneticamente modificati) è una tipica storia italiana. A ben guardare ce ne sono tutti gli ingredienti: grandi dibattiti e proclami roboanti a cui però si accompagna un’azione concreta molto meno incisiva, dubbi che vengono lasciati serenamente irrisolti, direttive europee che l’Italia subisce apparentemente senza essere in grado di influenzarne la scrittura, un’azione di resistenza passiva fatta evitando in sostanza di legiferare e nella speranza che in un modo o nell’altro si possa sempre rimandare in attesa che emerga una soluzione.
In questo panorama però può succedere – come è successo l’anno scorso – che qualcuno ne approfitti per fare quello che in teoria nessuno pensava fosse possibile fare (nel caso specifico seminare mais transgenico). A quel punto parte un decreto del governo (luglio dell’anno scorso) che corre ai ripari vietando ciò che era già successo. Ma purtroppo il decreto stabilisce il principio ma non come sanzionare le violazioni, e così arriva il momento e quel mais viene tranquillamente raccolto. Ops.
Ora occorre intervenire nell’immediato con un decreto che sia completo anche della parte sanzionatoria, come si chiede in questa risoluzione di cui sono primo firmatario promossa insieme ad altri consiglieri regionali.
Ma più in generale ciò che occorre è un governo che abbandoni la logica dei rinvii e delle cose fatte a metà e che risulti capace di affrontare i problemi e risolverli: questo degli ogm insieme ai tanti altri temi irrisolti che gravano come una zavorra l’Italia.