Sul Corriere di Bologna di oggi Sarah Buono ci racconta quali sono le venti strade più pericolose di Bologna, quelli con i maggiori incidenti stradali, con i morti ed i feriti. E’ un elemento di riflessione importante, che voglio qui richiamare per due motivi.
Il primo è che mi ricorda una
ricerca analoga che feci da consigliere comunale appena eletto circa 11 anni fa. In quell’occasione analizzai i dati degli
incidenti del 1999 ma anche le strade dove nello stesso periodo erano state
fatte multe e ritirate patenti per eccesso di velocità. Ne emergeva un quadro in cui le multe venivano fatte soprattutto su strade ad alto scorrimento (le linee blu nella figura) mentre i morti e i feriti gravi per lo più erano occorsi su strade ad una sola corsia (i quadrati rossi nella figura) molto meno controllate. Il perché non era difficile capirlo: su una strada ad alto scorrimento era possibile multare a getto continuo, mentre su quelle più strette i limiti venivano più rispettati, però era anche più facile che la singola guida pericolosa portasse all’incidente in cui scappava il morto. Feci le mie raccomandazioni alla PM a quel tempo, francamente non so se poi i controlli si orientarono in modo diverso negli anni successivi. Però è un tema che penso valga la pena di riprendere.
Il secondo motivo è che l’articolo indica in via San Donato la più pericolosa del 2010, e io conosco via San Donato perché la faccio tutti i giorni. A questo proposito voglio accendere un piccolo riflettore sull’incontro fra via San Donato e via Calamosco, meglio noto fra gli abitanti del luogo come l’incrocio del “Piccolo Cowboy” (dal nome della pizzeria lì all’angolo). E’ un incrocio pericoloso e famigerato per i tanti incidenti che si sono succeduti nel corso degli anni. Alcuni motivi sono evidenti: visibilità nulla o scarsa, per cui se c’è qualcuno che brucia un semaforo te ne accorgi solo quando ti viene addosso in mezzo all’incrocio; inoltre venendo da Bologna c’è una curva secca poco prima dell’incrocio, che toglie per pochi secondi la visibilità del semaforo; e poi di notte va solo il lampeggiante giallo. Ma c’è un particolare ulteriore su cui ho ragionato solo di recente: c’è un ritardo fra quando scatta il rosso per i veicoli provenienti da nord (Granarolo) e quando scatta per i veicoli provenienti da sud (Bologna), immagino per consentire la svolta a sinistra a chi viene da sud e deve immettesi in via Calamosco (ovest).
Ora, quel rosso per il nord è visibile da lontano per chi proviene da est (via di Quarto superiore) e crea l’aspettativa del verde; mentre chi viene da sud vede da lontano il verde e l’incrocio sgombro, poi perde la visibilità del semaforo e quando lo rivede magari scatta il giallo e dovrebbe fermarsi (e intando da nord è rosso da un pezzo). I due che vengono da sud e da est non si vedono fra loro, perché non c’è visibilità fra sud e est. Morale: basta un attimo di anticipazione del verde per chi viene da est o un attimo di ritardo sul giallo per chi viene da sud per generare l’incidente. Ora, è chiaro che se tutti rispettassero i semafori (o le regole del codice della strada in generale) non ci sarebbero mai incidenti. Ma dobbiamo fare qualcosa di più per evitare di creare condizioni tali per cui una frazione di secondo possa risultare fatale.