;
Nei giorni scorsi ho seguito con grande disagio il dibattito nazionale sul futuro di Alitalia. Per quanto si possa criticare il percorso disegnato dal governo Prodi, si deve riconoscere che alla fine si era palesato un acquirente solido e credibile come Air France. Sul tema io la penso semplicemente così: a quel punto l’offerta di Air France era da accettare, punto e basta.
Invece ne abbiamo sentite veramente di tutti i colori: che se prevaleva Air France avrebbero privilegiato il turismo francese rispetto a quello italiano, che Malpensa sarebbe stata automaticamente votata alla rovina, che i sacrifici occupazionali erano inaccettabili, che dovevamo difendere l’italianità della compagnia, ed anche che se emergeva una cordata italiana con un offerta migliore anche solo di un euro sarebbe stata da preferire.
Chi ha seguito il dibattito sa che quasi tutte le sciocchezze sopra riportate sono state dette da Berlusconi e dal centrodestra. Quasi: qualcuna è stata detta anche da parte nostra. Come si fa a pensare che sia preferibile una cordata italiana solo per una questione di prezzo, quando è evidente che non c’è in Italia una compagnia aerea nemmeno lontanamente paragonabile in quanto a competenze e solidità ad Air France/KLM? E vogliamo parlare del lungimirante ruolo svolto dal sindacato anche in questa occasione? Davvero, c’è da far loro i complimenti…
Morale della favola: da parte nostra un’eccessiva timidezza, da parte sindacale un’ottusa mancanza di lungimiranza, da parte di Berlusconi e del centrodestra quintali di populismo e la bocciatura dell’unica soluzione veramente sensata che era rimasta sul tappeto. Un trionfo…
Adesso Air France ha preso commiato, e Alitalia purtroppo finirà male.