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Gentile Direttore, la stima che ho per il suo giornale, insieme alla stanchezza di rispondere alle contumelie di giornata con il solito sorriso di circostanza, mi spingono a reagire all’editoriale di domenica sul “mestiere degli assessori”.
L’episodio che fornisce l’occasione per il dibattito è il ritardo di un paio di colleghi al “question time” del consiglio comunale di venerdì scorso. Episodio spiacevole, che ha provocato la comprensibile irritazione del presidente Sofri, ma anche possibile per una seduta in cui vari assessori sono chiamati in momenti diversi a rispondere alle domande dei consiglieri. Quel che mi interessa però sottolineare è come questo episodio sia arrivato ai cittadini lettori (ed elettori). Tutti i giornali nei titoli hanno dato lo stesso messaggio: gli assessori tardano, sono assenti, snobbano il Consiglio. Nel testo degli articoli per il suo giornale “in orario c’era un solo assessore”, mentre per un altro quotidiano “anche ieri nessun assessore si è presentato puntuale”. A parte il fatto che ad inizio seduta venerdì in aula c’ero anch’io, nessuno ha spiegato che ad un question time l’importante è arrivare puntuali quando è il proprio turno di rispondere, come Scaramuzzino, Zamboni ed io abbiamo fatto anche venerdì scorso.
Così facendo si finisce per cavalcare la disaffezione imperante verso la politica. Così mi pare faccia l’editoriale di Cammarano, che oltretutto non pare avere le idee molto chiare sulla vita che fanno gli assessori, lavorando spesso 10 e passa ore al giorno, immaginandoli invece impegnati soltanto a tessere relazioni con “giornalisti, comitati e notabili”.
Vede, io faccio l’assessore e vorrei tanto che la parabola politica mia e dei miei colleghi dipendesse fortemente da un giudizio di merito sul nostro operato. Che però andrebbe raccontato con obiettività e rigore ai cittadini lettori.
Cordialissimi saluti
Giuseppe Paruolo
[Lettera pubblicata oggi sul Corriere di Bologna]