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Intervento di Virginio Merola e mio pubblicato ieri dal Corriere di Bologna sotto il titolo: “Avanti. Con o senza Sergio”.
Prendiamo congedo dal teatrino autoreferenziale della vecchia politica, perché vogliamo parlare solo di ideali e di cose concrete: Bologna ha bisogno di dosi massicce di infrastrutture, di innovazione, di interventi sul sistema educativo e del welfare, per essere città accogliente e accessibile, per restare bella.
Queste misure si decidono e si avviano in un mandato e si portano a termine nell’altro. Questo abbiamo detto agli elettori candidando Cofferati, assieme al fatto che Guazzaloca non era stato un intervallo, ma il prodotto anche di una crisi della sinistra bolognese come forza efficace di governo.
In questi primi tre anni e mezzo sono stati fatti notevoli investimenti in scuole e servizi sociali. Per le infrastrutture sono in via di cantiere il tram e il people mover, si sta completando il progetto del metrò, il passante autostradale ha buone prospettive, il casello Fiera è già aperto, la tangenziale è ormai riqualificata, la nuova rete dei poliambulatori si sta affiancando al sistema ospedaliero. Nel 2008 conosceremo il progetto della nuova stazione e partirà lo studio di fattibilità per le ex aree militari, sarà approvato il piano urbanistico, partiranno le sperimentazioni per un nuovo supporto domiciliare agli anziani e per nuovi canali di comunicazione con i cittadini.
Questo è solo un primo elenco. Da gennaio proponiamo al Partito Democratico di fare politica, informare sull’azione amministrativa del Comune e ascoltare critiche e proposte, dire come vogliamo affrontare il futuro della città. Abbiamo appena eletto tante nuove persone, insieme a Veltroni e Caronna. Forse non sono note come coloro che hanno ricoperto prestigiosi incarichi in un passato che oggi vorrebbero restaurare. Ma non per questo sono meno importanti, anzi in loro sta molto del futuro del Pd e del rinnovamento della politica a Bologna.
In questi anni hanno preso corpo una posizione conservatrice ed una rinnovatrice in tutti i partiti del centrosinistra, sulle scelte concrete: sulla sicurezza, sul ruolo delle aziende partecipate dal Comune, sul piano del traffico, sul ruolo delle categorie economiche, sul sistema infrastrutturale, sul lavoro, sull’innovazione, sull’educazione, sui giovani. Su questi temi, più che di laboratori, c’è bisogno di una discussione chiara e dire basta sia alle rendite di posizione che all’abitudine di fare opposizione stando in maggioranza.
Per questo ci auguriamo che si trovi un accordo che ci consenta di arrivare alla fine del mandato. E che il tempo che manca alle elezioni ci aiuti a fare il Pd, ed intanto che possa nascere una sinistra radicale unita per elaborare con essa un programma davvero comune. Ma se questo non dovesse accadere, il Pd deve prepararsi a parlare ai cittadini sulla base di un programma, su cui costruire la coalizione, e non viceversa. Con la consapevolezza che, con Cofferati o senza, il problema sarà lo stesso: quale progetto e quali azioni concrete per Bologna.