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Lo scambio di una pratica può causare un’errata trascrizione, la perdita di un volo, una spesa inutile, una coda da rifare, a seconda che avvenga in un ufficio catastale, in un aeroporto, in uno studio professionale o in un ufficio postale. Grattacapi di cui ognuno farebbe a meno volentieri, ma nulla in confronto a ciò che può accadere se succede in un’ospedale. Qui anche un errore banale può fare stare male o far morire persone, gettare famiglie nel dolore, troncare carriere, rovinare vite…
Pensavamo tutti che da noi a Bologna queste cose non potessero succedere. Perchè è inaccettabile che succedano. Invece è accaduto, purtroppo. Cordoglio, piena trasparenza, fare piena luce ed adottare tutti i provvedimenti del caso: sono le cose che ora possiamo e dobbiamo fare.
Non è però serio nè cogliere l’occasione per gettare discredito su tutta la nostra sanità, che è e resta d’eccellenza, nè d’altra parte è giusto archiviare l’accaduto come un singolo eccezionale episodio senza cercare di comprendere cosa possiamo fare per impedire che un eventuale errore umano venga individuato quando ormai è tardi.
E allora avanti con una riflessione anche sulle tecnologie, su controlli incrociati, identificazioni digitali. Con la consapevolezza che si può fare di più, si può fare meglio. Ma anche sapendo che, per quanto si possano raffinare le procedure, resterà sempre uno spazio dove la bravura di un operatore sanitario può salvare una vita, ed un errore può perderla. Purtroppo…