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Rispetto, zona grigia e Partito Democratico

Dopo il caso del titolo offensivo sulla Madonna, si è aperto un tormentone e saltano fuori nuovi casi che fanno discutere, ultimo quello di una mostra contenente una versione “rivista” dei 10 comandamenti.
Come spesso capita si mischiano questioni vere, convincimenti diversi, ma anche interessi convergenti per drammatizzare il tema ed andare allo scontro, di cui a volte anche i giornali si rendono interpreti cointeressati.
Intervengo ancora sul blog su questo tema, poi spero davvero di potermi dedicare ad altri argomenti.

Intanto dico subito che l’ormai famoso titolo sulla Madonna è di un’altra categoria: un’offesa gratuita e inaccettabile, punto. Chi si ostina a difenderlo per provocare, non merita considerazione.

E’ quindi buonsenso riconoscere che gli altri casi (oggi quello dei 10 comandamenti) si collocano in una zona grigia: ossia, su essi possono esserci pareri diversi. Da una parte c’è chi può viverlo come un’offesa, dall’altra chi lo reputa semplicemente libertà d’espressione.

La coscienza di essere in una zona grigia, dovrebbe spingere ad una maggiore cautela. Nel dubbio, astenersi. Se la zona grigia fosse “demilitarizzata” non sarebbe meglio per tutti? Nell’esempio del giorno, se Arcilesbica voleva organizzare una mostra, avrebbe potuto opportunamente fare a meno di andare a toccare questioni a sfondo religioso.

Viceversa, se la zona grigia viene vissuta come uno spazio da conquistare, per sfidare i sentimenti di chi la pensa diversamente fino a sfiorare il limite della bestemmia da un lato, e il limite della censura dall’altro, è chiaro che ci troveremo di fronte ad una violenta contrapposizione ed uno scontro invece del dialogo.

Più specificamente, ci troveremmo di fronte ad una guerra di religione. Io francamente non ne sento un grande bisogno, per usare un eufemismo.

Ma siccome (diceva quel tale) a pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende, soprattutto in politica, non vorrei che ci fosse qualcuno che quel bisogno invece lo sente.

Chissà perchè, mentre è finalmente in dirittura d’arrivo la costituzione del Partito Democratico, c’è tutta questa attività da fronti contrapposti ma uniti nell’interesse a fare sì che l’incontro di culture che il PD può significare non riesca ad accadere.

Da un lato si moltiplicano le provocazioni più o meno riconducibili a settori che si collocano nella sinistra radicale e che vedono nel PD il rischio di un annacquamento del laicismo a loro tanto caro.
Dall’altro si moltiplicano le campagne di moralizzazione, la ricerca di contraddizioni fra i “valori non negoziabili” e l’azione amministrativa del centrosinistra a vari livelli.

Insomma, mi pare che ci sia chi lavora per un ritorno al passato, con una contrapposizione old-style fra la destra clericale e la sinistra anticlericale. Ci sono diversi nostalgici degli schemi in voga nel secolo scorso (ma anche in quello precedente) che così si sentirebbero rassicurati

Viceversa, c’è chi – come chi scrive – è impegnato per la costruzione di una proposta riformista rispettosa dei valori dei cattolici, della sinistra, ed anche di tanto “nuovo” che fa fatica ad essere etichettato negli schemi del passato. Noi vogliamo costruire il Partito Democratico.
E alle guerre di religione, rispondiamo: no, grazie.

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, Costume, Partito Democratico, Riflessioni

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