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Le telecamere del futuro

27 Maggio 2007 Comunicazione, Tecnologia

Ieri il Corriere ha riportato in un articolo alcune mie affermazioni sulle nuove tecnologie di videosorveglianza di cui discuteremo in un convegno europeo che stiamo organizzando per fine giugno.

In effetti si fa un gran parlare di telecamere, che stanno sempre più diffondendosi nelle città. E’ però bene tenere presente che oggi come oggi esse vengono usate sostanzialmente per la registrazione, che è poi a disposizione degli inquirenti e delle forze di polizia impegnate a cercare (dopo) il colpevole di un reato. E naturalmente, in vista di questa possibilità, per il ruolo di dissuasione che esse esercitano.

Invece, l’utilizzo in tempo reale (guardo il monitor, vedo un reato che viene commesso, faccio intervenire immediatamente chi di dovere) è di fatto limitato solo ad alcune installazioni di massima sicurezza, dove ci si può permettere il personale che guardi in continuazione le immagini. Questo è però destinato a cambiare, appena saranno disponibili su ampia scala sistemi software capaci di guardare i flussi video in tempo reale e allertare l’operatore. A quel punto con pochissimo personale si potrà tenere sotto controllo un numero davvero grandissimo di telecamere, perchè tanto ci penserà il sistema a filtrare le immagini e fare passare solo quelle che si riferiscono a violazioni della sicurezza.

Come utilizzare questa possibilità? Come conciliare l’accresciuta capacità di controllo automatico con il rispetto della privacy delle persone, ma anche con il modo di pensare, di percepire e di vivere la città? Come tenere insieme una maggiore sicurezza evitando una disumanizzazione dei luoghi di vita? Sono queste le domande che è bene che iniziamo a porci da subito (e di cui discuteremo nel convegno citato).

Vorrei anche rassicurare un cittadino che subito mi ha scritto, preoccupato del fatto che parlare di tecnologie disponibili fra qualche anno potesse implicare il non fare niente nel frattempo per risolvere i problemi di sicurezza nella città. Non è così, naturalmente: oggi facciamo con quel che c’è, ma è anche importante alzare la testa e guardare le prospettive dietro l’angolo.

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